La regola principale della pratica yogica è gradualità ed
economia.
Mai accelerare i tempi, esagerare, andare sotto sforzo fisico o in
‘riserva’ respiratoria, per esempio rimanendo troppo in apnea.
Rischiamo che l’intelligenza del corpo si metta in allarme e si
irrigidisca, invece di sciogliersi e allungarsi.
I meccanismi di difesa, le contrazioni e i nodi psico-fisici a cui
siamo soggetti non si slegano con la fretta e la volitività ma con
la gradualità e l’accettazione propriopercettiva; la scioltezza
fisica dipende dalla nostra costituzione, dal nostro vissuto e dalla
nostra situazione presente, quindi deve essere ‘sentita’ momento per
momento, dobbiamo essere consapevoli del nostro stato attuale.
Questa fase di interiorizzazione costituirà il punto di partenza di
una sequenza o di una singola posizione, che sarà raggiunta
progressivamente – e senza saltelli - ed infine assimilata nei suoi
effetti. Se sentiamo una reazione di dolore o di contrazione da
parte dei muscoli che dovremmo allungare, vuol dire che siamo andati
oltre la nostra capacità di scioltezza.
Nelle nostre lezioni difficilmente consiglieremo supporti ed aiuti
esterni come mattoncini, corde, sedie ecc. per effettuare meglio una
posizione. Se ancora non siamo pronti per la perfezione di quella
forma, vorrà dire che la accenneremo secondo le nostre possibilità,
o non la faremo affatto. Lo stesso vale per l’aspetto simbolico e
meditativo dello yoga: se non lo sentiamo, limitiamoci
tranquillamente alla benefica pratica ginnica.
Per quanto riguarda l’economia, ci riferiamo alla universale legge
di natura del minimo sforzo: ogni esagerato dispendio di energia,
ogni muscolo inutilmente contratto, ogni atteggiamento parassita o
superfluo sono anti-yoga. Imparare ad individuare i muscoli che
bisogna attivare e quelli che invece non dovrebbero partecipare in
un dato esercizio ci porterà a vivere secondo una spontaneità
naturale… che ha del divino [sahaja: spontaneità non condizionata,
uno degli attributi della coscienza assoluta].
La legge del minimo sforzo si instaurerà nei nostri movimenti
quotidiani, e anche a livello psichico si cominceranno ad evitare
gli sprechi energetici dovuti a scoppi emotivi inutili e
incontrollati (se per esempio una cosa non si può risolvere… a che
serve arrabbiarsi?).